"Una vita da anfibio" è una lirica composta da Mariolone Bubbarello. Questa poesia ermetista-impressionista di carattere hegeliano-nietzschiano costituisce una delle fondamenta sostanzialmente essenziali della letteratura liliacea di non così tanto inizio 2022. L'opera fa riferimento all'anfibio di colore verdognolo e di depressione quantificabile col numero 255, perché 255 rappresenta un valore spesso considerato alto, ma tanto elevato quanto improbo, perché futile se decontestualizzato, soprattutto se usato per definire qualcosa di qualitativo, che non essendo esprimibile sottoforma di scalare non può definire il vero concetto di depressione a lui attribuibile, spesso noto con gli pesudonimi di Deutscher Frosch, Roger, Rana o Qīng dù bā shì shājùn de liǎngqī dòngwù yánsè yǔ pǔtōng yìdàlì gǒu xiāng bǐ yánsè hé yìyù chéngdù jí gāo.
Al verso numero uno, la frase "Che dura la vita d'anfibio" trasuda un senso estremamente distolto dai beni materiali, di vita, del desiderio della via eterna sebbene essa sia oberata di lavoro, come espresso nei versi 2-3-4. La mancata conoscenza della natura e la mancanza dell'umorismo, sono tratti distintivi della sindrome di Alzheimer di cui Rana AKAQīng dù bā shì shājùn de liǎngqī dòngwù yánsè yǔ pǔtōng yìdàlì gǒu xiāng bǐ yánsè hé yìyù chéngdù jí gāo, soffre, il che spiega perchè, ogni volta che gli venga richiesto di raccogliere il barattolo delle spezie, specie se fra di esse è segnalato, per inciso, il peperoncino e la senape, assieme alla visione bilanciata e rilassata del senso dell'amicizia, reso dal tormento dell'anima del protagonista che rappresenta lo sgomento interiore della depressione e con esso lo sgomento esteriore dell'effetto sopraggiunto che si addice alla Medicina 33, dopo 360 secondi di assunzione del farmaco, dopo essersi sottoposti al piacere della procrastinazione dalla consultazione del corrispettivo foglietto illustrativo. Al riferimento di ricordare la fiducia riposta nel Santissimo, Serenissimo, Piissimo Papa Dlarzz Ⅰ, assieme ai Tulipani Gianpierpaoli, si vuole ricordare l'umiliazione a cui Qīng dù bā shì shājùn de liǎngqī dòngwù yánsè yǔ pǔtōng yìdàlì gǒu xiāng bǐ yánsè hé yìyù chéngdù jí gāo si è sottoposto dopo aver deciso di non frequentare il Liceo Agrario di Aversa sotto casa sua.