SuuSCritic Shorts secondo l'ISTAT!
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MEET THE FROG
Giudizio finale: 26/30
9-⭐
Sommario: "Meet the Frog", vita di Deutscher Frosch, è il primo cortometraggio canonico degli studi cinematografici SUUSS.S.U.U.S, nonché il primo episodio della prima stagione della campagna #MeetTheCrew.
All'interno di questo cortometraggio ci viene mostrata una giornata tipo della vita quotidiana di Rana, in presenza della giovane (e iperattiva) moglie, la Lucciola Lucia.
Il corto viene introdotto da quello che verrà poi inserito in ogni nuova iterazione dallo stacchetto della sigla iniziale, per poi presentare un primo piano del protagonista, spaparanzato sul sofà mentre è intento nella pratica dello zapping, la ricerca sfrenata di un canale dove guardare una trasmissione interessante (che i comuni mortali sanno essere fatto invano).
Dopo aver scandagliato i meandri delle reti televisive, tra cui anche i Tulipi Ignoti di Mariolone Bubbarello, è finalmente giunta l'ora del pranzo, e chiamato dalla moglie, ci si appresta al tavolo: dopo aver divorato in maniera simile a delle vere e proprie bestie, ed aver tra l'altro anche emesso delle non così tanto leggere flatulenze per la scappatoia inferiore e attraverso la cavità orale, si ritorna sul sofà a guardare insieme la trasmissione nella quale Rana è apparso, con una dissolvenza sul nero, che conclude la scena amorosa.
Questo cortometraggio, in linea con il comparto tecnico già precedentemente dimostrato nei primi due lungometraggi degli studi cinematografici, è stato particolarmente apprezzato dalla critica per i toni sopra le righe dei protagonisti, che hanno destato l'interesse degli spettatori.
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MEET THE CATERPILLAR
Giudizio finale: 28/30
9+⭐
Sommario: "Meet the Caterpillar", vita di Bruco Gianluco, è il secondo episodio della prima stagione della campagna #MeetTheCrew. In maniera analoga a quanto raccontato nella precedente iterazione di questo cortometraggio, anche qui si parla di una giornata tipo della vita quotidiana della famiglia Rivisondoli-Gianluco, in cui le esperienze raccontate sono diretto seguito e palese ispirazione di quanto osservato nel lungometraggio "Vita di un Salvagente Brillante". La scena si apre con un Bruco visibilmente irritato, che dopo aver aspettato con ansia l'arrivo dell'ora propizia, si reca nella toilette e accende la radio per truccarsi con qualche melodia neomelodica di sottofondo in occasione della ventura passeggiata e festicciola con le sue compagne di travestimento. La confusione, causata non tanto dalla musica sgradevole alle orecchie dei parenti del protagonista, quanto all'esplosione spontanea del vetro dello specchio, accompagnata da una scherzosa affermazione di Bruco Gianluco, che guardandosi si crede "più incantevole della nota attrice statunitense Marilyn Monroe", desta la preoccupazione della moglie, Antonella da Rivisondoli, che entra nella sala e trova tutto il soqquadro causato da suo marito. Dopo una breve disquisizione, inizia l'ennesima zuffa fra i coniugi, con conseguente repressione cruenta da parte di lei e la chiusura della scena, che lascia intendere che Bruco non ha avuto scelta se non di farsi incassare i colpi e stare pure in silenzio, nella sofferenza più profonda. Le scelte stilistiche (principalmente la colonna sonora) scelta per il cortometraggio sono state estremamente apprezzate dalla critica, principale motivo del voto talmente positivo assegnato a questo film di casa SUUSS.S.U.U.S.
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MEET THE WHEEL
Giudizio finale: 29/30
10-⭐
Sommario: "Meet the Wheel", vita di Sergio è il terzo episodio della prima Stagione di #MeetTheCrew. Questo cortometraggio si apre fin da subito con il vero e proprio decollo della simpatica sfera gialla che, parlando con il suo tonante accento statunitense della qualità della giornata, perfetta per un volo ad elevata velocità sui cieli del suo fantasmagorico mondo, finisce per schiantarsi su un grattacielo, definito, nel pieno rispetto della sua trasposizione videoludica, come "Casa palazza". Alla vista dell'ennesimo scoop riguardante un incidente a quanto pare non poi così raro a Gesualema, città ricca di Gesualdi, il Capo della Forza di Polizia, all'interno del suo cupo studio, rievoca la memoria dell'accaduto. In un flashback particolarmente carico di tinte rosse che simbolizzano tanto il calore del fuoco quanto la rabbia provata dal protagonista e dai presenti che, assistendo al crollo del grattacielo investito dalle fiamme e dai macigni cadenti, compiangono la distruzione dei loro beni, la scomparsa dei loro vicini o parenti ed il panico generato dall'incendio di notevole portata. È proprio nel momento in cui i Gesualdi, grandi e piccini, osservano l'apocalisse terrorizzati, che il Capo della Polizia ricorda il momento in cui, trovandosi faccia a faccia con il malfattore, ha provato un inspiegabile e innato senso di pietà nei suoi confronti innescato dal suo tentativo tanto misero quanto infantile di corrompere il poliziotto con un hot dog che lo ha così indotto ad abiurare il suo volere di incarcerare la pallina (non riuscendo, tra l'altro, ad ammanettarla accorgendosi della mancanza di arti in suo aiuto).
Sebbene la musica dal ritmo lento e quasi familiare e tipico del ricordo nostalgico lasci sottintendere che fra i due vi fosse effettivamente un'intesa, il successivo nonché ultimo frangente, in cui il Maresciallo della Polizia giura vendetta alla palla rompe qualsiasi vincolo con il passato, lasciando un finale aperto che fa presagire tanto un continuo di questa unica vicenda quanto anche la sua natura ciclica e perpetua nel tempo e, di conseguenza, il fatto che i personaggi e le ambientazioni coinvolte finiscano per ricostruirsi e distruggersi costantemente con il passare dei giorni. L'inaspettata longevità del cortometraggio, assieme alla vastissima gamma di personaggi tra protagonisti e comparse e la colonna sonora hanno a dir poco sbalordito la critica, a tal punto da averla indotta a scegliere una votazione di un solo punto più in basso alla perfezione per premiare gli studi SUUSS.S.U.U.S per la creazione di un filmato tanto apparentemente compatto quanto inaspettatamente pregno di colpi di scena.
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MEET THE HARPY
Giudizio finale: 27/30
9⭐
Sommario: "Meet the Harpy", vita di Manola Nola è il quarto capitolo della serie di corti della prima Stagione di #MeetTheCrew. Il filmato si presenta fin da subito con un primo piano estremamente ravvicinato del volto non poi così appagante della protagonista che, pompando litri e litri di sangue al cervello per metabolizzare l'ennesimo errore del suo discepolo Yusuf di trascrivere i propri compiti in hindi anziché in italiano, si mostra talmente infastidita da correre immediatamente dal suo psicologo privato, il dottor Bach.
L'ira accumulata nel corpo raggrinzito e visibilmente in via di decomposizione del personaggio principale, però, lascia intendere che l'errore commesso dall'alunno si tratta di un evento fuori dal comune o, più semplicemente, la goccia che ha fatto traboccare il vaso (anzi, i vasi sanguigni): Manola, infatti, si precipita da Bach e, rigettandogli su di sé una quantità talmente abnorme di pensieri, sfoghi e lamenti, lo scortica fino a staccargli prima i petali e poi le radici. Infine, quando la bestia indemoniata sbatte la porta dello studio di Pomo Dario, che in maniera dispregiativa apostrofa come il suo "esattore fiscale", e gli chiede i soldi necessari per le cure mediche, che inizia la scena di massima tensione, con un culmine di emozioni che si scaricano proprio nel momento in cui la rabbia funesta dell'anziana ipertesa irrompe nella stanza scontrandosi con l'arma da fuoco del pomodoro che, stanco di subire, narcotizza Manola con presumibilmente del sedativo per orsi e, mettendola a dormire, la calma definitivamente. Pomo Dario, quindi, commosso all'idea di essere sopravvissuto e di non essere diventato un topping per la pizza, si stende tramortito dalla fatica eccessiva e lasciando il finale ad una Manola dormiente e distrutta che, ancora fumante di rabbia, mostra un'espressione smorta e stanca ma che, nel giro di qualche ora, verrà risvegliata per altri futili motivi. Per quanto la trama del cortometraggio sia stata estremamente apprezzata dalla critica per la sua natura molto avvincente, assieme all'inusuale doppiaggio di Pomo Dario in stile anime e alla rappresentazione della lotta finale, considerata perfetta come conclusione della spannung, rispetto al precedente "Meet The Wheel", ben più coraggioso, longevo e articolato, non ha dimostrato di essere un capitolo fuori dal comune quanto una entry mainstream che tiene fede alla formula originaria senza sgranarla e offrendo così al pubblico un prodotto più che sufficiente.